Il carcinoma colorettale è stato descritto come una neoplasia maligna successiva, benché si sappia poco sui fattori di rischio associati.
È stato condotto uno studio per quantificare il rischio a lungo termine del tumore colorettale secondario, e per identificare i fattori di rischio correlati al trattamento.
Nello studio caso-controllo, 19 casi di adenocarcinoma del colon o del retto sono stati identificati in 13.048 pazienti oncologici trattati per tumore pediatrico presso il St Jude Children's Research Hospital, a Memphis negli Stati Uniti.
I controlli del gruppo 1 ( n=148 ) erano appaiati per età alla neoplasia primaria e intervallo di follow-up.
I controlli del gruppo 2 ( n=72 ) erano appaiati in base alla diagnosi primaria oltre che ai criteri utilizzati per il gruppo 1.
L’incidenza cumulativa a 40 anni di carcinoma del colon-retto secondario è stata pari a 1.4%.
Il tasso di incidenza standardizzato ( SIR ) è stato di 10.9 rispetto a quello della popolazione generale statunitense.
Il carcinoma colorettale secondario è risultato più comune in un segmento irradiato del colon ( gruppo 1, odds ratio, OR=7.7; P=0.001; gruppo 2, OR=15.4; P=0.002 ).
Il rischio è aumentato del 70% con ciascun aumento di 10 Gy nella dose di radiazione.
L’aumento del volume di radiazione è risultato associato a un incremento del rischio ( gruppo 1, OR=1.5; P inferiore a 0.001; gruppo 2, OR=1.8; P inferiore a 0.001 ).
L’esposizione ad agenti alchilanti era correlata a un aumento di 8.8 volte nel rischio di carcinoma colorettale secondario ( P=0.03 ).
In conclusione, la radiazione e l’esposizione ad agenti alchilanti sono risultati associati a tumore del colon e del retto secondario.
Questo rischio è proporzionale alla dose e al volume di radiazione.
La sorveglianza dovrebbe essere iniziata in giovane età tra i sopravvissuti esposti a trattamenti ad alto rischio. ( Xagena2012 )
Nottage K et al, J Clin Oncol 2012; 30: 2552-2558
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