La tripla combinazione con la terapia con radioligandi migliora la sopravvivenza libera da progressione radiografica nel carcinoma prostatico metastatico. ESMO25
Esiste una forte motivazione per l'aggiunta di 177Lu-PSMA-617 alla terapia di deprivazione androgenica (ADT) in associazione a un inibitore del pathway del recettore degli androgeni (ARPI), data l'elevata espressione dell'antigene di membrana prostatico specifico (PSMA) nelle cellule tumorali della prostata e la buona attività già osservata nel carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) (N Engl J Med. 2021).
Le evidenze sono state ulteriormente supportate dallo studio di fase III PSMAddition, che ha dimostrato che l'aggiunta di 177Lu-PSMA-617 alla terapia di deprivazione androgenica (ADT) in associazione ad ARPI ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPFS), l'endpoint primario, rispetto alla terapia di deprivazione androgenica (ADT) in 1.144 pazienti con carcinoma prostatico metastatico ormono-sensibile (mHSPC) positivo all'antigene di membrana prostatico specifico (PSMA) a un follow-up mediano di 23,6 mesi.
Il beneficio in termini di rPFS con il regime basato su 177Lu-PSMA-617 è stato coerente in tutti i sottogruppi, inclusi quelli con volume tumorale elevato e basso e con malattia metastatica de novo e ricorrente, e indipendentemente da una precedente prostatectomia o radioterapia definitiva.
In questo studio, gli eventi avversi correlati al trattamento sono stati più frequenti con la combinazione 177Lu-PSMA-617 rispetto a ADT più ARPI (89,4% versus 69,7%), sebbene non vi fosse alcuna differenza evidente nel degrado della qualità della vita tra i bracci dello studio e gli eventi associati a 177Lu-PSMA-617 fossero quelli attesi (ad esempio secchezza delle fauci, affaticamento, nausea e citopenia). Tuttavia, vi sono tossicità a lungo termine associate a 177Lu che in genere richiedono più di 2 anni per manifestarsi e includono neoplasie mieloidi secondarie, come la sindrome mielodisplastica, e compromissione renale. Questi effetti potrebbero essere rari, ma è importante monitorarli nei prossimi 5-10 anni.
Lo studio PSMAddition ha consentito ai pazienti inizialmente randomizzati al braccio di controllo di passare a 177Lu-PSMA-617 in seguito alla progressione radiografica della malattia, consentendo l'analisi degli esiti in base alla sequenza di trattamento nel contesto del carcinoma prostatico metastatico ormono-sensibile (mHSPC).
Un secondo studio presentato al Congresso ESMO, lo studio randomizzato di fase II PR21, ha dimostrato che nei pazienti naïve alla chemioterapia con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione in progressione dopo terapia con ARPI, il passaggio a 177Lu-PSMA-617 non ha migliorato significativamente la rPFS rispetto al passaggio a Docetaxel (rispettivamente 8,6 mesi contro 10,7 mesi; p=0,51), mentre la sopravvivenza globale è risultata significativamente più lunga dopo il passaggio a Docetaxel rispetto a 177Lu-PSMA-617 (rispettivamente 18,2 mesi contro 14,3 mesi; p=0,02).
Da questo studio si eveince: in primo luogo, Docetaxel rimane un'ottima terapia per il carcinoma prostatico, sebbene spesso trascurato, forse a causa della sua tossicità associata; in secondo luogo, l'uso precoce di 177Lu-PSMA-617 potrebbe non portare a un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti con carcinoma alla prostata metastatico resistente alla castrazione, idonei alla chemioterapia.
Il ruolo di 177Lu-PSMA-617 nel trattamento del carcinoma prostatico è ancora incerto. ( Xagena_2025 )
Fonte: Congresso annuale ESMO 2025 [ Società Europea di Oncologia Medica ]
XagenaMedicina_2025