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Tumore prostata

Afatinib versus Gefitinib come trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule positivo alla mutazione EGFR


Il bloccante irreversibile della famiglia ErbB Afatinib ( Giotrif ) e l’inibitore reversibile della tirosin-chinasi di EGFR Gefitinib ( Iressa ) sono approvati per il trattamento di prima linea del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) positivo alla mutazione EGFR.

E’ stata confrontata l'efficacia e la sicurezza di Afatinib e Gefitinib in questo ambito.

È stato effettuato uno studio multicentrico, in aperto, internazionale, esplorativo, randomizzato, controllato, di fase 2B ( LUX-Lung 7 ) in 64 Centri in 13 Paesi.

I pazienti naive al trattamento con tumore NSCLC in stadio IIIB o IV e una comune mutazione EGFR ( delezione dell’esone 19 o Leu858Arg ) sono stati randomizzati a ricevere Afatinib ( 40 mg al giorno ) oppure Gefitinib ( 250 mg al giorno ) fino a progressione della malattia, o oltre se ritenuto vantaggioso.

La randomizzazione è stata stratificata per tipo di mutazione EGFR e stato delle metastasi cerebrali.

Gli endpoint co-primari erano la sopravvivenza libera da progressione, il tempo al fallimento del trattamento e la sopravvivenza globale.

Le analisi di efficacia sono state effettuate nella popolazione intention-to-treat e le analisi di sicurezza sono state eseguite in pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del farmaco in studio.

Tra il 2011 e il 2013, 319 pazienti sono stati assegnati in modo casuale ( 160 ad Afatinib e 159 a Gefitinib ).
Il follow-up è stato di 27.3 mesi.

La sopravvivenza libera da progressione ( mediana 11.0 mesi con Afatinib vs 10.9 mesi con Gefitinib; hazard ratio, HR=0.73, P=0.017 ) e il tempo al fallimento del trattamento ( mediana 13.7 mesi con Afatinib vs 11.5 mesi con Gefitinib; HR=0.73, P=0.0073 ) sono state significativamente più lunghe con Afatinib che con Gefitinib.

I dati di sopravvivenza globale non erano ancora maturi.

I più comuni eventi avversi di grado 3 o 4 correlati al trattamento sono stati diarrea ( 20 di 160 pazienti, 13%, trattati con Afatinib vs 2 di 159, 1%, con Gefitinib ) e rash o acne ( 15 pazienti, 9%, trattati con Afatinib vs 5, 3%, con Gefitinib ) e innalzamento degli enzimi epatici ( nessun paziente con Afatinib vs 14, 9%, con Gefitinib ).

Gravi eventi avversi correlati al trattamento si sono verificati in 17 pazienti ( 11% ) nel gruppo Afatinib e in 7 ( 4% ) nel gruppo Gefitinib.
10 pazienti ( 6% ) in ciascun gruppo di trattamento hanno interrotto lo studio a causa di eventi avversi correlati al farmaco.
Si sono verificati 15 ( 9% ) eventi avversi fatali nel gruppo Afatinib e 10 ( 6% ) nel gruppo Gefitinib.
Tutti tranne uno di questi decessi sono stati considerati estranei al trattamento; un paziente nel gruppo Gefitinib è morto per insufficienza renale ed epatica collegata al farmaco.

Afatinib ha migliorato in modo significativo gli esiti nei pazienti naive al trattamento con tumore al polmone non-a-piccole cellule EGFR-mutato, rispetto a Gefitinib, con un profilo di tollerabilità gestibile.
Questi dati sono potenzialmente importanti per il processo decisionale clinico in questa popolazione di pazienti. ( Xagena2016 )

Park K et al, Lancet Oncology 2016; 17: 577-589

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