La sottostima clinica del tumore della vescica in stadio T1 ritarda potenzialmente la terapia e mette a repentaglio la sopravvivenza.
Ricercatori dell’University of Michigan ad Ann Arbor negli Stati Uniti, hanno valutato le caratteristiche clinico-patologiche in grado di identificare pazienti con tumore della vescica T1 a rischio di sottostima dello stadio.
Sono stati identificati pazienti con diagnosi di cancro della vescica di stadio clinico T1 sottoposti a cistectomia entro 4 mesi.
La muscolare propria era presente e non coinvolta nella biopsia iniziale o i pazienti sono stati sottoposti a una nuova stadiazione bioptica con la presenza di muscolatura ( corretta ).
La sottostadiazione è stata definita come un tumore di stadio pT2 o superiore, N+ o M+ alla cistectomia radicale.
Dei 95 pazienti coinvolti, 26 ( 27% ) hanno mostrato una malattia sottostimata per quanto riguardava lo stadio.
Il periodo osservazionale mediano è stato di 24 mesi.
Rispetto ai casi stadiati in modo accurato, quelli con sottostima dello stadio hanno mostrato maggiore probabiltà di avere invasione della mucosa muscolare ( 54% vs 19%; p=0.001 ), istologia mista ( 42% vs 17%; p=0.02 ) e coinvolgimento uretrale ( 31% vs 10%; p=0.03 ).
In un modello a variabili multiple, l’invasione della mucosa muscolare ha aumentato di 9 volte il rischio di una sottostima dello stadio ( p=0.01 ).
L’associazione cumulativa di questi fattori di rischio ha aumentato i rischi di una sottostima dello stadio di 20 volte ( p=0.0029 ).
La sopravvivenza generale mediana ( in anni) è risultata più bassa nei pazienti con malattia sottostimata per quanto riguardava lo stadio ( 1.4 vs 10.6; p
In conclusione, la sottostima dello stadio ha un effetto avverso sulla sopravvivenza.
L’invasione della mucosa muscolare, il coinvolgimento uretrale e l’istologia mista aumentano in modo cumulativo il rischio di sottostadiazione e potrebbero essere presi in considerazione nel colloquio con il paziente circa un intervento precoce e aggressivo. ( Xagena2009 )
Weizer AZ et al, J Urol 2009; 182: 59-65
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