L’ipertensione arteriosa che si presenta nel corso della terapia antiangiogenica è risultata correlata all’inibizone del pathway di VEGF ( fattore di crescita endoteliale vascolare ) e potrebbe rappresentare un possibile marcatore clinico dell’efficacia del trattamento.
Un gruppo di Ricercatori degli Ospedali Riuniti di Ancona, ha compiuto uno studio retrospettivo per valutare se l’ipertensione di grado 2-3 fosse associata alla risposta a Bevacizumab ( Avastin ), alla sopravvivenza libera da malattia e alla sopravvivenza in pazienti con carcinoma colorettale metastatico sottoposti a trattamento di prima linea con Bevacizumab.
Sono stati presi in considerazione per lo studio pazienti con diagnosi istologica di carcinoma colorettale metastatico trattati con terapia di prima linea a base di Bevacizumab in combinazione con Irinotecan ( Camptosar ) e 5-Fluorouracile.
Sono stati inclusi nell’analisi 39 pazienti con carcinoma colorettale metastatico.
Il 20% dei pazienti ( n=8 ) ha sviluppato ipertensione di grado 2-3.
Una remissione parziale è stata osservata in 6 degli 8 casi con ipertensione legata a Bevacizumab ( 75% ) e in 10 dei 31 ( 32% ) pazienti senza ipertensione.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 14,5 mesi per i pazienti con ipertensione da Bevacizumab, mentre è stato di 3,1 mesi in quelli senza ipertensione ( P = 0,004 ).
Non è stato possibile determinare la sopravvivenza generale mediana nei pazienti con ipertensione, mentre è stata di 15,1 mesi nei restanti casi ( P = 0,11 ).
In conclusione, questi dati indicano che l’ipertensione indotta da Bevacizumab potrebbe rappresentare un interessante fattore prognostico per gli esiti clinici nei pazienti con tumore del colon e del retto in stadio avanzato, sottoposti a trattamento di prima linea con Bevacizumab. ( Xagena2009 )
Scartozzi M et al, Ann Oncol 2009; 20: 227-230
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