Per le donne con carcinoma mammario positivo per il recettore dell’estrogeno ( ER ) in fase iniziale, il trattamento con Tamoxifene ( Nolvadex ) per 5 anni riduce in misura sostanziale il tasso di mortalità per la malattia nei primi 15 anni dopo la diagnosi.
È stato condotto uno studio allo scopo di valutare gli ulteriori effetti di un prolungamento della terapia con Tamoxifene a 10 anni anziché la sua interruzione dopo 5 anni.
Nello studio ATLAS ( Adjuvant Tamoxifen: Longer Against Shorter ), 12.894 donne con carcinoma mammario in fase iniziale che avevano completato i 5 anni di trattamento con Tamoxifene sono state assegnate in maniera casuale e in un rapporto 1:1 a continuare il trattamento fino a 10 anni o a interromperlo dopo 5 anni ( controllo aperto ).
Sono stati riportati gli effetti sugli esiti del cancro alla mammella in 6.846 donne con malattia ER-positiva qualunque effetto collaterale in tutte le donne ( con status di ER positivo, negativo o non-noto ).
Il periodo di follow-up nel lungo periodo è ancora in corso.
Tra le donne con malattia ER+, l’assegnazione al proseguimento del trattamento con Tamoxifene ha ridotto il rischio di ricorrenza di tumore al seno ( 617 ricorrenze in 3.428 donne nel gruppo continuazione vs 711 in 3.418 controlli, p=0.002 ), ha ridotto la mortalità per carcinoma mammario ( 331 decessi vs 397 decessi, p=0.01 ), e ha ridotto la mortalità generale ( 639 decessi vs 722 decessi, p=0.01 ).
Le riduzioni negli esiti avversi di carcinoma mammario sono sembrate meno estreme prima piuttosto che dopo 10 anni ( rate ratio [ RR ] di ricorrenza 0.90 negli anni 5-9 e 0.75 negli anni successivi; RR di mortalità per carcinoma mammario 0.97 negli anni 5-9 e 0.71 negli anni successivi ).
Il rischio cumulativo di ricorrenza negli anni 5-14 è stato pari al 21.4% per le donne che hanno continuato il trattamento versus 25.1% per i controlli; la mortalità per carcinoma mammario negli anni 5-14 è stata del 12.2% per le donne che hanno proseguito il trattamento versus 15.0% per i controlli ( riduzione assoluta della mortalità: 2.8% ).
L’assegnazione al trattamento non sembra aver avuto effetti sull’esito del tumore mammario nelle 1.248 donne con malattia ER-, e un effetto intermedio nelle 4.800 con status ER non-noto.
Tra tutte le 12.894 donne, la mortalità senza ricorrenza per cause diverse dal carcinoma alla mammella è stata poco influenzata ( 691 decessi senza ricorrenza in 6.454 donne che hanno continuato il trattamento versus 679 in 6.440 controlli; RR=0.99; p=0.84 ).
Per i tassi di incidenza ( ricovero in ospedale o decesso ) di malattie specifiche, i valori RR sono stati i seguenti: embolia polmonare 1.87 ( p=0.01 [ inclusi 0.2% di mortalità in entrambi i gruppi di trattamento ] ), ictus 1.06, cardiopatia ischemica 0.76 e tumore dell’endometrio 1.74 ( p=0.0002 ).
Il rischio cumulativo di tumore del endometrio negli anni 5-14 è stato pari a 3.1% ( mortalità 0.4% ) per le donne che hanno continuato il trattamento versus 1.6% ( mortalità 0.2% ) per i controlli ( incremento assoluto della mortalità: 0.2% ).
In conclusione, per le donne con malattia ER+, proseguire il trattamento con Tamoxifene fino a 10 anni piuttosto che sospenderlo a 5 anni produce una ulteriore riduzione nella recidiva e nella mortalità, soprattutto dopo il decimo anno.
Questi risultati, assieme a quelli di precedenti studi su 5 di trattamento con Tamoxifene versus nessun trattamento, suggeriscono che 10 anni di trattamento con Tamoxifene possono circa dimezzare la mortalità per tumore al seno nella seconda decade dopo la diagnosi. ( Xagena2013 )
Davies C et al, Lancet 2012. doi:pii: S0140-6736(12)61963-1
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