Nello studio HD14, 2×BEACOPP a scalare più 2×ABVD ( 2+2 ) ha migliorato l’esito primario.
Rispetto a 4×ABVD, questo beneficio potrebbe essere compromesso dalla maggiore infertilità nelle donne.
Sono state analizzate la funzione gonadica e la fertilità delle pazienti.
Allo studio hanno preso parte 331 donne su 579 ( 57.2% ); l’analisi per-protocollo ha riguardato 263 pazienti ( A=ABVD: 137, B=2+2: 126, tempo medio dopo la terapia 42 e 43 mesi, rispettivamente ).
Non sono emerse differenze riguardo ai cicli mestruali regolari dopo il trattamento ( A: 87%, B: 83% ) e al tempo al recupero ( inferiore o uguale a 12 mesi ).
I livelli di ormone follicolo-stimolante e di ormone anti-Muelleriano sono risultati significativamente migliori nel braccio A.
Tuttavia, gravidanze dopo la terapia sono risultate a favore del braccio B ( A:15%, B:26%, P=0.043 ) e i tassi di maternità erano equivalenti a quelli della normale popolazione tedesca.
Analisi multivariate hanno rivelato che l’uso di analoghi dell’ormone di rilascio della gonadotropina ( GnRH ) è un fattore prognostico altamente significativo di preservazione della fertilità ( odds ratio, OR=12.87, P=0.001 ).
Gravi sintomi di menopausa sono risultati frequenti in donne di età uguale o superiore a 30 anni ( A:21%, B:25% ).
In conclusione, i livelli ormonali dopo 2+2 hanno indicato una ridotta riserva ovarica.
Tuttavia, 2+2 in combinazione con analoghi del GnRH non compromettono la fertilità nel tempo di osservazione preso in considerazione. ( Xagena2012 )
Behringer K et al, Ann Oncol 2012; 23: 1818-1825
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