Uno studio ha esaminato i fattori di rischio che sono alla base dell’aumento della gravità della disfunzione cardiaca indotta dalle antracicline.
Diversi ecocardiogrammi sono stati eseguiti a pazienti sopravvissuti alla leucemia linfoblastica acuta (n=101) e al tumore di Wilms (n=83) dopo un intervallo medio di 6,2 e 6,7 anni dall’ultima somministrazione di antraciclina al primo studio, e dopo 10,3 anni ed 11,1 anni al secondo studio.
Il principale predittore di peggioramento della funzione cardiaca è risultata la dose totale somministrata di antraciclina.
I pazienti che hanno ricevuto meno di 240 mg/m2 non hanno mostrato alcun deterioramento ventricolare sinistro a più di 10 anni dalla fine del trattamento.
Il dosaggio cumulativo di antraciclina dovrebbe essere mantenuto al di sotto dei 250 mg/m2. ( Xagena2003 )
Sorensen K et al, Cancer 2003; 97:1991-1998
Onco2003