Lo studio CCSS ( Childhood Cancer Survivor Study ) ha riunito ad oggi la più vasta coorte per la valutazione della mortalità tardiva.
Lo stato vitale e la causa di morte di tutti i pazienti ritenuti idonei per la partecipazione allo studio sono stati determinati utilizzando il National Death Index e i certificati di morte per caratterizzare la mortalità di 20.483 sopravvissuti, rappresentando 337.334 persone-anno di osservazione.
In totale, si sono verificati 2.821 decessi entro dicembre 2002.
La mortalità cumulativa generale è stata pari a 18.1% a 30 anni dalla diagnosi.
Con il tempo, mentre i tassi di mortalità per qualsiasi causa sono rimasti stabili, il profilo della mortalità tardiva è andato incontro a cambiamenti.
La mortalità attribuibile a ricorrenza o progressione della malattia primaria sta diminuendo, con un aumento dei tassi di mortalità attribuibili a successive neoplasie (rapporto standardizzato di mortalità, SMR=15.2 ), morte cardiaca ( SMR=7 ) e morte per cause polmonari ( SMR=8.8 ) in gran parte per ragioni legate al trattamento.
Inoltre lo studio CCSS ha identificato fattori di rischio specifici correlati al trattamento per la mortalità tardiva.
La radioterapia ( rischio relativo [ RR ] 2.9 ), gli agenti alchilanti ( RR=2.2 ) e le epipodofillotossine ( RR 2,3 ) aumentano il rischio di morte a causa di successive neoplasie.
L’esposizione cardiaca a radiazioni ( RR=3.3 ) ed esposizione ad alta dose di antraciclina ( RR=3.1 ) sono associate a morte cardiaca tardiva. ( Xagena2009 )
Armstrong G T et al, J Clin Oncol 2009; 27: 2328-2338
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