La tromboembolia venosa è una delle principali cause di morbilità e mortalità nei pazienti affetti da tumore.
Una meta-analisi ha valutato il rischio globale di tromboembolia venosa associata all’uso di Bevacizumab ( Avastin ), un anticorpo monoclonale umanizzato diretto verso VEGF ( fattore di crescita endoteliale vascolare ).
L’analisi è stata compiuta su 15 studi controllati, randomizzati, per un totale di 7.956 pazienti affetti da una varietà di tumori solidi in fase avanzata.
Tra i pazienti trattati con Bevacizumab l’incidenza di tromboembolia venosa di tutti i gradi e ad alto grado è risultata dell’11.9% e del 6.3%, rispettivamente.
I pazienti trattati con Bevacizumab avevano un significativamente aumentato rischio di tromboembolia venosa con un rischio relativo ( RR ) di 1.33 ( p
Il rischio è significativamente aumentato per la tromboembolia venosa sia per tutti i gradi che per l’alto grado.
Inoltre, il rischio era similarmente aumentato per Bevacizumab a 2.5 mg/kg a settimana ( basso dosaggio; RR=1.31; p=0.007 ) e 5 mg/kg a settimana ( alto dosaggio; RR=1.31, p=0.04 ).
In conclusione, l’impiego di Bevacizumab era significativamente associato ad un aumentato rischio di sviluppare tromboembolia venosa nei pazienti oncologici, trattati con questo farmaco. ( Xagena2008 )
Nalluri SR et al, JAMA 2008; 300: 2277-2285
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