Il linfoma di Hodgkin recidivante o refrattario è una patologia difficile da gestire per i medici che trattano le neoplasie ematologiche.
La gestione standard di questi pazienti dovrebbe includere l'uso della chemioterapia di salvataggio seguita da trapianto autologo di cellule staminali in pazienti che sono sensibili alla chemioterapia.
Le questioni aperte in questo ambito comprendono il ruolo della diagnostica per immagini, il regime chemioterapico specifico da utilizzare prima del trapianto autologo di cellule staminali e il ruolo della radioterapia consolidante.
Non tutti i pazienti risultano idonei per il trapianto autologo di cellule staminali, in tal caso va considerata l'alternativa della chemioterapia convenzionale da sola o con radioterapia di salvataggio.
I fattori prognostici per la malattia recidivante / refrattaria sono stati identificati ma in genere non vengono considerati nella terapia adeguata ai rischi.
Il trapianto allogenico può determinare potenzialmente un effetto trapianto-versus-linfoma, ma questa terapia ha una tossicità significativa e sono risultati pochi i sopravvissuti a lungo termine liberi da malattia; di conseguenza, dovrebbe essere proposta solo nel contesto di studi clinici specifici per la malattia.
Un numero crescente di nuovi farmaci ha mostrato promettenti risultati in monoterapia.
I pazienti hanno a disposizione opzioni efficaci oltre alla terapia primaria, e il continuo progresso ottenuto attraverso studi clinici controllati rimane un obiettivo tangibile nel trattamento della malattia recidivante e refrattaria. ( Xagena2011 )
Kuruvilla J et al, Blood 2011; 117: 4208-4217
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