I pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo ( HNSCC ) recidivante o metastatico in progressione dopo regimi di Platino di prima linea hanno una prognosi sfavorevole e poche opzioni di trattamento.
Afatinib ( Giotrif ), un bloccante irreversibile della famiglia ERBB, ha dimostrato efficacia in uno studio di fase 2 in questa impostazione.
Lo studio LUX-Head & Neck 1 ha valutato l'efficacia e la sicurezza di Afatinib rispetto al Metotrexato come trattamento di seconda linea nei pazienti con tumore a cellule squamose della testa e del collo recidivante o metastatico in progressione durante o dopo la terapia a base di Platino.
In questo studio in aperto, di fase 3, randomizzato e controllato condotto in 101 Centri in 19 Paesi, sono stati arruolati pazienti di età a partire da 18 anni con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo istologicamente o citologicamente confermato recidivato, metastatico, o entrambi, che era progredito durante o dopo la terapia di prima linea a base di Platino, non-adatti alla chirurgia di salvataggio o alla radioterapia, e che avevano un performance status ECOG di 0 o 1.
Un precedente trattamento con più di un regime sistemico in questa impostazione non è stato permesso; un precedente trattamento con la terapia con anticorpi diretti contro EGFR ( ma non inibitori delle tirosin-chinasi EGFR-mirati ) è stato permesso.
Sono stati randomizzati i pazienti idonei a ricevere Afatinib per os ( 40 mg/die ) o Metotrexato per via endovenosa ( 40 mg/m2 a settimana ), stratificato per performance status ECOG e precedente terapia con anticorpi anti-EGFR per malattia ricorrente o metastatica.
I medici e i pazienti erano a conoscenza dell'assegnazione del trattamento; la revisione indipendente della risposta del tumore è stata fatta in cieco.
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione, come valutata da un Comitato di revisione indipendente di imaging.
Le analisi di efficacia sono state effettuate nella popolazione intention-to-treat e le analisi di sicurezza sono state fatte in pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del farmaco in studio.
Tra il 2012 e il 2013, sono stati arruolati 483 pazienti, assegnati in maniera casuale ad Afatinib ( n=322 ) e al Metotrexato ( n=161 ).
Dopo un follow-up mediano di 6.7 mesi, la sopravvivenza libera da progressione è stata più lunga nel gruppo Afatinib rispetto al gruppo Metotrexato ( mediana 2.6 mesi per il gruppo Afatinib vs 1.7 mesi per il gruppo Metotrexato; hazard ratio, HR=0.80, P=0.030 ).
Gli eventi avversi di grado 3 o 4 più frequenti correlati al farmaco sono stati rash o acne ( 31 [ 10% ] di 320 pazienti nel gruppo Afatinib vs nessuno dei 160 pazienti nel gruppo Metotrexato ), diarrea ( 30 [ 9% ] vs 3 [ 2% ] ), stomatite ( 20 [ 6% ] vs 13 [ 8% ] ), affaticamento ( 18 [ 6% ] vs 5 [ 3% ] ) e neutropenia ( 1 [ minore di 1% ] vs 11 [ 7% ] ).
Eventi avversi gravi si sono verificati in 44 ( 14% ) dei pazienti trattati con Afatinib e 18 ( 11% ) dei pazienti trattati con Metotrexato.
Afatinib era associato a un significativo miglioramento nella sopravvivenza libera da progressione con un profilo di sicurezza gestibile.
Questi risultati hanno fonito nuove importanti delucidazioni sul trattamento di questa popolazione di pazienti e sostengono la necessità di ulteriori indagini sui bloccanti irreversibili della famiglia ERBB nel tumore del testa-collo a cellule squamose. ( Xagena2015 )
Machiels JPH et al, Lancet 2015;16:583-594
Onco2015 Neuro2015 Farma2015