È stato condotto uno studio per confrontare la bassa dose di Decitabina ( Dacogen ) con la migliore cura disponibile nei pazienti ad alto rischio con sindrome mielodisplastica di età uguale o superiore ai 60 anni e non-adatti alla chemioterapia intensiva.
Sono stati arruolati 233 pazienti ( età mediana, 70 anni; intervallo, 60-90 anni ); il 53% mostrava caratteristiche citogenetiche di scarso rischio e la durata mediana della sindrome mielodisplastica al momento dell’assegnazione casuale era di 3 mesi.
L’endpoint primario era la sopravvivenza generale.
La Decitabina ( 15 mg/m2 ) è stata somministrata per via endovenosa in 4 ore, 3 volte al giorno per 3 giorni, in cicli di 6 settimane.
L’aumento della sopravvivenza generale con Decitabina versus la migliore cura disponibile non è risultata statisticamente significativa ( sopravvivenza generale mediana, 10.1 vs 8.5 mesi, rispettivamente; hazard ratio [ HR ], 0.88; log-rank P a 2 code=0.38 ).
La sopravvivenza libera da progressione, ma non la sopravvivenza libera da leucemia mieloide acuta, è risultata significativamente prolungata con la Decitabina, rispetto alla migliore cura disponibile ( sopravvivenza libera da progressione mediana, 6.6 vs 3.0 mesi, rispettivamente; HR=0.68; P=0.004; sopravvivenza mediana libera da leucemia mieloide acuta, 8.8 vs 6.1 mesi, rispettivamente; HR=0.85; P=0.24 ).
La trasformazione nella leucemia mieloide acuta è risultata significativamente ridotta ( P=0.036 ) a 1 anno ( da 33% con la migliore cura disponibile a 22% con Decitabina).
Le analisi multivariate hanno indicato che i pazienti con sindrome mielodisplastica di breve durata hanno avuto esiti peggiori.
Le risposte migliori con Decitabina versus la migliore cura disponibile sono state, rispettivamente: risposta completa ( 13% vs 0% ), risposta parziale ( 6% vs 0% ), miglioramento ematologico ( 15% vs 2% ), malattia stabile ( 14% vs 22% ), malattia progressiva ( 29% vs 68% ), ipoplasia ( 14% vs 0% ) e non-valutabile ( 8% vs 8% ).
La neutropenia febbrile di grado da 3 a 4 si è manifestata nel 25% dei pazienti del gruppo Decitabina versus 7% dei pazienti trattati con la migliore cura disponibile; le infezioni di grado da 3 a 4 si sono manifestate nel 57% e nel 52% dei pazienti trattati con Decitabina e la migliore cura disponibile, rispettivamente.
Il trattamento con Decitabina è risultato associato a miglioramenti nei parametri di qualità di vita riferiti dai pazienti.
In conclusione, la Decitabina somministrata in cicli di 6 settimane è risultata attiva nei pazienti anziani con sindrome mielodisplastica ad alto rischio, portando a miglioramenti nella sopravvivenza generale e nella sopravvivenza libera da leucemia mieloide acuta ( non-significativa ) e nella sopravvivenza libera da progressione e trasformazione in leucemia mieloide acuta ( significativa ) e nella qualità di vita.
La breve durata della sindrome mielodisplastica è risultata essere un fattore prognostico indipendente. ( Xagena2011 )
Lübbert M et al, J Clin Oncol 2011; 29: 1987-1996
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