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Tumore prostata

Bevacizumab ed Erlotinib nei tumori di origine primaria sconosciuta


Per molti pazienti con carcinoma di cui non si conosce il sito di origine primario le opzioni terapeutiche sono limitate.

L’inibizione combinata del fattore di crescita endoteliare vascolare ( VEGF ) e del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFR ) con Bevacizumab ( Avastin ) ed Erlotinib ( Tarceva ) si è dimostrato efficace in altri tumori solidi.

Ricercatori del Sarah Cannon Research Institute, a Nashville, negli Stati Uniti, hanno coordinato uno studio con l’obiettivo di valutatare l’efficacia e la tossicità di questa combinazione nei pazienti affetti da tumori in cui il sito di origine primario è sconosciuto.

Hanno preso parte allo studio i pazienti con tumore in cui il sito di origine primario non era noto, già sottoposti in precedenza a chemioterapia, o non trattati ma con caratteristiche cliniche di prognosi non favorevole.

A tutti i pazienti è stato somministrato Bevacizumab 10 mg/kg per via endovenosa, ogni 2 settimane, assieme ad Erlotinib 150 mg al giorno per via orale.

I pazienti sono stati rivalutati dopo 8 settimane di trattamento e quelli che hanno mostrato una risposta oggettiva o stabilizzazione della malattia hanno continuato il trattamento fino alla progressione della malattia.

Il 92% dei pazienti ( 47 su 51 ) ha ricevuto almeno 8 settimane di trattamento.

Cinque pazienti ( 10% ) hanno mostrato risposte parziali e 29 pazienti ( 61% ) sono andati incontro a stabilizzazione della malattia.

La sopravvivenza mediana per l’intero gruppo è stata di 7,4 mesi, con il 33% dei pazienti ancora in vita ad 1 anno.

Il regime terapeutico è risultato ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti.

Lo studio ha mostrato che la combinazione di Bevacizumab ed Erlotinib presenta una sostanziale attività nel trattamento dei pazienti con tumori in cui il sito di origine primario è sconosciuto. La sopravvivenza mediana è superiore a quella riportata in precedenza con una seconda linea di chemioterapia ed è simile ai risultati di molti trattamenti chemioterapici di prima linea. ( Xagena2007 )

Hainsworth JD et al, J Clin Oncol 2007; 25: 1747-1752

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