Brivanib è un doppio inibitore selettivo del fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGF ) e dei recettori del fattore di crescita dei fibroblasti ( FGF ) che sono implicati nella tumorigenesi e nell’angiogenesi del carcinoma epatocellulare.
Resta ancora irrisolta la questione medica relativa ai pazienti con carcinoma epatocellulare che non rispondono a Sorafenib ( Nexavar ) o che non lo tollerano.
È stato condotto uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo per valutare Brivanib nei pazienti con epatocarcinoma trattati con Sorafenib.
In totale, 395 pazienti con carcinoma epatocellulare in stadio avanzato che hanno mostrato progressione durante o dopo il trattamento con Sorafenib o che erano intolleranti al farmaco sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 2:1 a ricevere Brivanib 800 mg per via orale una volta al giorno più miglior cura di supporto oppure placebo più miglior cura di supporto.
L’endpoint era la sopravvivenza generale; quelli secondari includevano il tempo alla progressione, tasso di risposta oggettiva, tasso di controllo della malattia in base ai criteri mRECIST e sicurezza.
La sopravvivenza generale mediana è stata di 9.4 mesi per Brivanib e 8.2 mesi per il placebo ( hazard ratio [ HR ], 0.89; P=0.3307 ).
Dopo aggiustamento dell’effetto del trattamento per fattori prognostici basali si è giunti a un hazard ratio per la sopravvivenza generale di 0.81 ( P=0.1044 ).
Analisi esplorative hanno mostrato un tempo mediano alla progressione di 4.2 mesi per Brivanib e di 2.7 mesi per il placebo ( HR, 0.56; P inferiore a 0.001 ) e un tasso di risposta oggettiva secondo mRECIST del 10% per Brivanib e del 2% per placebo ( odds ratio, OR=5.72 ).
L’interruzione del trattamento dello studio a causa di eventi avversi si è verificata in 61 pazienti del gruppo Brivanib ( 23% ) e in 9 nel gruppo placebo ( 7% ).
I più frequenti eventi avversi di grado da 3 a 4 legati al trattamento includevano per Brivanib ipertensione ( 17% ), fatigue ( 13% ), iponatremia ( 11% ) e diminuzione dell’appetito ( 10% ).
In conclusione, nei pazienti con carcinoma epatocellulare già trattati con Sorafenib, Brivanib non ha migliorato significativamente la sopravvivenza generale.
Il beneficio osservato negli esiti secondari di tempo alla progressione e il tasso di risposta oggettiva richiedono ulteriori valutazioni. ( Xagena2013 )
Llovet JM et al, J Clin Oncol 2013; 31: 3509-3516
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