Gli inibitori della tirosin-chinasi del fattore di crescita dell'epidermide ( EGFR ) si sono dimostrati efficaci nel trattamento di pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ).
Lo studio di fase III, randomizzato e in doppio cieco, RADIANT, ha confrontato l'efficacia di un trattamento adiuvante a base di Erlotinib ( Tarceva ) rispetto a placebo.
Lo studio ha arruolato 973 pazienti sottoposti a resezione completa per carcinoma polmonare non-a-piccole cellule negli stadi da IB a IIIA, nel periodo 2007-2010.
Sono stati inclusi nello studio pazienti con iperespressione di EGFR verificata per mezzo di analisi immunoistochimica o tecniche di ibridazione in situ fluorescente ( FISH ).
I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 a ricevere 150 mg di Erlotinib una volta al giorno oppure placebo, per un periodo di 2 anni.
I fattori di stratificazione includevano lo stadio e l'istologia del tumore, un precedente regime chemioterapico adiuvante, l'abitudine al fumo, lo stato di amplificazione del gene EGFR e la nazione di appartenenza.
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da malattia.
Endpoint secondari erano la sopravvivenza globale nell'intero campione di pazienti e la sopravvivenza globale e libera da malattia nel sottogruppo di pazienti con tumori con mutazioni attivanti il dominio tirosin-chinasico del gene EGFR.
L'analisi dei dati non ha evidenziato alcuna differenza statisticamente rilevante nella sopravvivenza libera da malattia fra i pazienti trattati con Erlotinib e i pazienti che hanno ricevuto placebo ( sopravvivenza mediana libera da malattia di 50.5 mesi per Erlotinib versus 48.2 mesi per il placebo; hazard ratio, HR= 0.90; intervallo di confidenza [ IC ] 95%: 0.74-1.10; P = 0.324 ).
Nel sottogruppo di 161 pazienti ( 16.5% ) con mutazioni attivanti il dominio tirosin-chinasico del gene EGFR, la sopravvivenza libera da malattia è risultata migliorata in seguito alla somministrazione di Erlotinib ( sopravvivenza mediana libera da malattia di 46.4 mesi per Erlotinib vs 28.5 mesi per il placebo; HR = 0.61; IC 95%: 0.38-0.98; P = 0.039 ), ma tale beneficio non si è rivelato statisticamente significativo a causa della procedura di valutazione gerarchica.
I dati relativi alla sopravvivenza globale non sono ancora disponibili.
Rash cutaneo e diarrea sono state le reazioni avverse più comuni che si sono verificate rispettivamente in 528 ( 86.4% ) e 319 ( 52.2% ) pazienti trattati con Erlotinib, contro i 110 ( 32.1% ) e 54 ( 15.7% ) pazienti trattati con placebo.
Nei pazienti trattati con Erlotinib, le più comuni reazioni avverse di grado 3 sono state: rash ( 22.3% ) e diarrea ( 6.2% ).
In conclusione, il regime adiuvante con Erlotinib non si è rivelato efficace nel prolungare la sopravvivenza libera da malattia sia nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule esprimente EGFR, sia nel sottogruppo di pazienti con mutazioni attivanti il dominio tirosin-chinasico del gene EGFR.
I risultati parziali osservati nei pazienti con mutazioni attivanti EGFR rendono necessari ulteriori studi per valutare l'efficacia di Erlotinib in questo sottogruppo di pazienti. ( Xagena )
Kelly K et al, J Clin Oncol 2015; 34: 4007-4014
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