Le fusioni che coinvolgono una delle tre chinasi del recettore della tropomiosina ( TRK ) si verificano in diversi tumori nei bambini e negli adulti.
Sono state valutate l'efficacia e la sicurezza di Larotrectinib, un inibitore TRK altamente selettivo, in adulti e bambini che presentavano tumori con queste fusioni.
Sono stati arruolati pazienti con tumori positivi alla fusione TRK identificati in modo prospettico, rilevati mediante analisi molecolare eseguita di routine in ciascun sito, in uno dei tre protocolli: uno studio di fase 1 che coinvolgeva adulti, uno studio di fase 1-2 che coinvolgeva bambini o uno studio di fase 2 che coinvolgeva adolescenti e adulti.
L'endpoint primario per l'analisi combinata era il tasso di risposta globale; gli endpoint secondari includevano durata della risposta, sopravvivenza libera da progressione e sicurezza.
In totale 55 pazienti, di età compresa tra 4 mesi e 76 anni, sono stati arruolati e trattati.
I pazienti avevano 17 tipi di tumore positivi alla fusione TRK.
Il tasso di risposta globale è stato del 75% secondo la revisione indipendente e dell’80% secondo la valutazione dello sperimentatore.
A 1 anno, il 71% delle risposte erano in corso e il 55% dei pazienti rimaneva privo di progressione.
La durata mediana della risposta e la sopravvivenza libera da progressione non erano state raggiunte.
Ad un follow-up mediano di 9.4 mesi, l'86% dei pazienti con una risposta ( 38 su 44 pazienti ) stava proseguendo il trattamento o era stato sottoposto a un intervento chirurgico che doveva essere curativo.
Gli eventi avversi sono stati prevalentemente di grado 1, e nessun evento avverso di grado 3 o 4 considerato correlato a Larotrectinib si è verificato in più del 5% dei pazienti.
Nessun paziente ha interrotto l’assunzione di Larotrectinib a causa di eventi avversi correlati al farmaco.
Larotrectinib ha mostrato attività antitumorale marcata e duratura nei pazienti con cancro positivo alla fusione TRK, indipendentemente dall'età del paziente o dal tipo di tumore. ( Xagena2018 )
Drilon A et al, N Engl J Med 2018; 378: 731-739
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