Uno studio ha mostrato che l’inibitore multichinasico Regorafenib riduce il rischio di recidiva nei pazienti con tumori stromali gastrointestinali ( GIST ) in progressione dopo fallimento della terapia con Imatinib ( Gleevec, Glivec ) e con Sunitinib ( Sutent ).
Regorafenib ha quadriplicato la sopravvivenza libera da progressione ( 4.8 mesi contro 0.9 mesi del placebo ).
Il rischio di mortalità o progressione della malattia è stato ridotto da Regorafenib del 73%.
Imatinib e Sunitinib producono miglioramenti della sopravvivenza mediana nei GIST metastatici da 3-6 mesi a 5 o più anni, tuttavia la farmaco-resistenza si instaura nel 90% dei pazienti affetti da questo tipo di tumori. Ciò comporta la necessità di nuovi farmaci in grado di arrestare la progressione.
Regorafenib è in grado di agire su diversi meccanismi di mutazione che i tumori GIST sviluppano con l’obiettivo di resistere ai trattamenti.
Regorafenib blocca i recettori tirosin-chinasici oncogenici, stromali e dell’angiogenesi.
Nello studio di fase III GRID ( GIST - Regorafenib In Progressive Disease ) sono stati arruolati 199 pazienti con tumore stromale gastrointestinale metastatico o non-operabile, non-responder alla terapia con Imatinib e Sunitinib.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale, in un rapporto 2:1, a ricevere la miglior terapia di supporto, con placebo ( n = 66 ) oppure con Regorafenib 160 mg al giorno secondo uno schema di 3 settimane di trattamento intervallate da 1 settimana di riposo (n = 133 ).
L'endpoint primario era rappresentato dalla sopravvivenza libera da progressione.
Gli endpoint secondari comprendevano la sopravvivenza globale, il tempo alla progressione, il tasso di controllo della malattia, il tasso di risposta tumorale e la durata della risposta.
Regorafenib ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione ( 4.8 mesi versus 0.9 mesi per il gruppo placebo; hazard ratio, HR= 0.27, P inferiore a 0.0001 ).
Inoltre Regorafenib ha mostrato un miglior controllo della malattia, definita come risposta completa, risposta parziale, e malattia stabile e durevole ( 12 o più settimane) ( 52.6% versus 9.1% per il placebo; P inferiore a 0.000001 ).
E’ stato osservato un trend positivo nel gruppo Regorafenib riguardo alla sopravvivenza globale ( HR=0.77; p=0.20 ), ma a causa del disegno dello studio non è stato possibile raggiungere la significatività statistica.
I pazienti con una mutazione nell’esone 11 del gene KIT avevano un hazard ratio per la sopravvivenza libera da progressione di 0.212 rispetto al placebo, simile all’hazard ratio di 0.239 in quelli con mutazione nell’esone 9 di KIT.
Non sono stati riscontrati eventi avversi oltre il grado 3. Le più comuni reazioni avverse sono state: reazione cutanea mano-piede, ipertensione e diarrea. ( Xagena2012 )
Fonte: Annual Meeting - American Society of Clinical Oncology ( ASCO ), 2012
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