Il fattore di crescita vascolare endoteliale ( VEGF ) è un promotore chiave di angiogenesi e progressione della malattia nel carcinoma ovarico epiteliale e Bevacizumab ( Avastin ), un anticorpo monoclonale umanizzato anti-VEGF, ha mostrato attività in monoterapia nelle donne con tumori ricorrenti.
È stato condotto uno studio per valutare l’aggiunta di Bevacizumab alla terapia standard di prima linea.
Nello studio in doppio cieco, placebo-controllato e di fase 3, sono state arruolate pazienti eleggibili con nuova diagnosi di tumore ovarico epiteliale di stadio III ( non completamente resecabile ) o stadio IV sottoposte a chirurgia debulking e hanno ricevuto uno dei 3 trattamenti previsti dallo studio.
Tutti e tre i trattamenti consistevano in una chemioterapia endovenosa con Paclitaxel ( Taxol ) alla dose di 175 mg per metro quadro di superficie corporea, più Carboplatino ( Platinex ) a un’area sotto la curva di 6, per i cicli da 1 a 6, più uno dei trattamenti dello studio per i cicli da 2 a 22, con ciascun ciclo della durata di 3 settimane.
Il trattamento di controllo era costituito da chemioterapia con aggiunta di placebo ai cicli da 2 a 22; il trattamento Bevacizumab all’inizio consisteva in chemioterapia con Bevacizumab ( 15 mg per chilogrammo di peso corporeo ) aggiunto nei cicli da 2 a 6 e placebo aggiunto nei cicli da 7 a 22.
Il trattamento Bevacizumab in continuo consisteva in chemioterapia con aggiunta di Bevacizumab nei cicli da 2 a 22.
L’end point primario era la sopravvivenza libera da progressione.
Sono state arruolate 1873 donne.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 10.3 mesi nel gruppo controllo, 11.2 nel gruppo Bevacizumab - inizio e 14.1 nel gruppo Bevacizumab - continuo.
Rispetto al trattamento controllo, l’hazard ratio ( HR ) per progressione o decesso è stato pari a 0.908 ( P=0.16 ) con Bevacizumab - inizio e 0.717 ( P inferiore a 0.001 ) con Bevacizumab - continuo.
Al momento dell’analisi, il 76.3% delle pazienti era vivo, senza differenze significative nella sopravvivenza generale tra i tre gruppi.
Il tasso di ipertensione che ha richiesto terapia medica è risultato più elevato nel gruppo Bevacizumab - inizio ( 16.5% ) e Bevacizumab - continuo ( 22.9% ) che in quello controllo ( 7.2% ).
La distruzione della parete gastrointestinale che ha richiesto intervento medico si è manifestata nel 1.2%, 2.8% e 2.6% delle pazienti, rispettivamente, nel gruppo controllo, Bevacizumab - inizio e Bevacizumab - continuo.
In conclusione, l’uso di Bevacizumab durante e fino a 10 mesi dopo chemioterapia con Carboplatino e Paclitaxel prolunga la sopravvivenza libera da progressione di circa 4 mesi nelle donne con carcinoma ovarico epiteliale in stadio avanzato. ( Xagena2011 )
Burger RA et al, N Engl J Med 2011; 365: 2473-2483
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