Il Fluorouracile ha rappresentato la pietra miliare nel trattamento del carcinoma negli ultimi 40 anni.
Ma solo nel 1990 è stato dimostrato che la terapia adiuvante con Fluorouracile ( 5-FU ) e Levamisolo era in grado di aumentare la sopravvivenza totale e la sopravvivenza libera da malattia nel tumore del colon Duke C ( stadio III ).
Successivi studi hanno dimostrato che il Fluorouracile con Acido Folinico ha gli stessi benefici, ma è meno tossico, con una riduzione del periodo di trattamento da 1 anno a 6 mesi.
Questo trattamento ha migliorato la sopravvivenza assoluta in media di un 5-10% a 5 anni, che rappresenta una riduzione del 25-35% della mortalità.
Il trattamento della malattia tumorale avanzata con Fluorouracile ed Acido Folinico è stato in grado di produrre risposte nel 10-25% dei pazienti, con scarso effetto sulla sopravvivenza.
L’aggiunta di Irinotecan ha raddoppiato la risposta a circa il 50% ed ha aumentato la sopravvivenza libera da progressione.
L’Irinotecan ha prodotto anche un aumento della sopravvivenza media di circa 3 mesi.
Nel 1971 Judah Folkman aveva pubblicato sul The New England Journal Medicine, un articolo che è diventato una pietra miliare nella storia dell’oncologia, dal titolo “ Tumor angiogenesis: therapeutic implications ��?, in cui si ipotizzava che la formazione di nuovi vasi sanguigni ( angiogenesi ) svolgesse un ruolo primario nella crescita tumorale.
Tuttavia solo alla fine degli anni novanta la tesi di Folkman è stata ripresa e sono stati sviluppati farmaci in grado di inibire l’angiogenesi.
Il Bevacizumab ( Avastin ) , un anticorpo monoclonale anti-VEGF ( vascular endothelial growth factor ) associato al Fluorouracile, Acido Folinico e a Irinotecan ha mostrato di aumentare la percentuale di risposta e la sopravvivenza libera da progressione.
Inoltre ha aumentato in media di 5 mesi la sopravvivenza totale.
Il Bevacizumab è stato approvato nel trattamento del carcinom a dal colon metastatico.
Il Cetuximab ( Erbitux ), un anticorpo anti–EGFR ( epidermal growth factor receptor ) è in grado di esercitare una certa attività nei confronti dei tumori del colon, resistenti alla chemioterapia, sia in monoterapia che in associazione alla chemioterapia.
Il beneficio interessa circa il 20% dei pazienti con carcinoma colo-rettale-avanzato.( Xagena2004 )
Fonte: British Medical Journal, 2004
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