E’ stata valutata l'efficacia e la sicurezza della inibizione della morte cellulare programmata 1 ( PD-1 ) con Pembrolizumab ( Keytruda ) nei pazienti con cancro del polmone non-a-piccole cellule avanzato arruolati in uno studio di fase 1.
Si è anche cercato di definire e convalidare un livello di espressione del ligando 1 di morte programmata ( PD-L1 ) associato con la probabilità di beneficio clinico.
Sono stati assegnati 495 pazienti trattati con Pembrolizumab ( alla dose di 2 mg o 10 mg per kg di peso corporeo ogni 3 settimane o 10 mg per kg ogni 2 settimane ) a un gruppo di training ( n=182 ) o a un gruppo di convalida ( n=313 ).
È stata valutata l'espressione di PD-L1 in campioni tumorali utilizzando l'analisi immunoistochimica, con risultati riportati come percentuale di cellule neoplastiche con colorazione per PD-L1 membranoso ( punteggio di proporzione ).
La risposta è stata valutata ogni 9 settimane.
Gli effetti indesiderati comuni, attribuiti a Pembrolizumab, sono stati: affaticamento, prurito e diminuzione dell'appetito, senza alcuna chiara differenza in base alla dose o alla programmazione.
Tra tutti i pazienti, il tasso di risposta obiettiva è stato del 19.4%, e la durata mediana della risposta è stata di 12.5 mesi.
La durata mediana della sopravvivenza libera da progressione è stata di 3.7 mesi e la durata mediana della sopravvivenza globale è stata di 12.0 mesi.
L’espressione di PD-L1 in almeno il 50% delle cellule tumorali è stata scelta come cutoff del gruppo di training.
Tra i pazienti con un punteggio di proporzione di almeno il 50% nel gruppo di convalida, il tasso di risposta è stato del 45.2%.
Tra tutti i pazienti con un punteggio percentuale di almeno il 50%, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 6.3 mesi; la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta.
In conclusione, Pembrolizumab ha presentato un profilo di effetti collaterali accettabile e ha mostrato attività antitumorale nei pazienti con cancro del polmone non-a-piccole cellule avanzato.
L’espressione di PD-L1 in almeno il 50% delle cellule tumorali è risultata correlata a una maggiore efficacia di Pembrolizumab. ( Xagena2015 )
Garon EB et al, N Engl J Med 2015;372:2018-2028
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