Nella maggior parte dei casi, i tumori del seno dipendono dagli ormoni sessuali femminili per lo sviluppo e la crescita, e quindi sono sensibili alla terapia ormonale.
Nella gestione del tumore alla mammella positivo per il recettore dell’estrogeno ( ER ) e in fase avanzata si tende a utilizzare la terapia endocrina per le pazienti con buone caratteristiche di prognosi, mentre la chemioterapia è raccomandata per il trattamento della crisi viscerale.
Permane tuttavia una considerevole incertezza sulla migliore strategia iniziale per i pazienti con caratteristiche prognostiche non-favorevoli e diverse dalla crisi viscerale come coinvolgimento viscerale di piccolo volume e breve intervallo libero da malattia dopo terapia adiuvante.
Un gruppo di Ricercatori brasiliani ha portato a termine una revisione della letteratura per esaminare il ruolo della chemioterapia nei tumori del seno ER-positivi in stadio avanzato.
Dall’analisi è emerso che, in assenza di crisi viscerali, gli agenti endocrini dovrebbero essere presi in considerazione come opzione principale per il trattamento iniziale di tumore mammario metastatico e positivo per il recettore dell’estrogeno per la loro provata efficacia e per il loro favorevole profilo di tossicità.
Benchè alcuni agenti chemioterapici possano indurre tassi di risposta più elevati e risposte più rapide, effetti desiderabili in determinate condizioni, l’uso diretto della chemioterapia non sembra influenzare l’esito generale della malattia.
Nel sottogruppo di pazienti con malattia positiva per EGF2 ( epidermal growth factor type 2 ), al contrario, i dati attuali non supportano l’uso dei soli agenti endocrini. ( Xagena2009 )
Barrios CH et al, Ann Oncol 2009; 20: 1157-1162
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