I dati ad interim dello studio di fase 2 CheckMate -142, che sta valutando Nivolumab ( Opdivo ) da solo o in combinazione con Ipilimumab ( Yervoy ) nei pazienti precedentemente trattati con cancro colorettale metastatico, compresi quelli con elevata instabilità dei microsatelliti ( MSI-H), sono stati presentati al 52° Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ).
L'endpoint primario era il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) valutato dallo sperimentato; è stato pari al 25.5% ( IC 95%: 15.4-38.1 ) per Nivolumab in monoterapia e al 33.3% ( IC 95%: 18.6-50.9 ) per il regime di associazione Nivolumab e Ipilimumab.
I tassi di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) a 6 mesi sono stati pari a 45.9% ( IC 95%: 29.8-60.7 ) per Nivolumab monoterapia e 66.6% ( IC 95%: 45.5-81.1 ) per la combinazione Nivolumab e Ipilimumab.
L’elevata instabilità dei microsatelliti, uno specifico biomarker tumorale, è presente in circa il 15% dei tumori colorettali metastatici in fase iniziale, e nel 4% dei tumori colorettali di stadio IV.
Il profilo di sicurezza di Nivolumab solo o in combinazione con Ipilimumab è risultato in linea con altri tipi di tumore e precedenti studi di combinazione.
CheckMate -142
Checkmate -142 è uno studio internazionale di fase 2, in aperto, non-comparativo, che sta valutando Nivolumab come singolo agente o in combinazione con Ipilimumab nel cancro colorettale ricorrente o metastatico, inclusi i pazienti con e senza elevata instabilità dei microsatelliti.
I pazienti con elevata instabilità dei microsatelliti hanno ricevuto Nivolumab 3 mg/kg ogni due settimane ( n=70 ) oppure Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg ( n=30 ) per 4 dosi seguite da Nivolumab 3 mg kg ogni due settimane fino alla presentazione di tossicità inaccettabile, o fino a progressione della malattia.
Ventitre pazienti con stabilità dei microsatelliti ( MSS ) hanno ricevuto una delle tre dosi della combinazione Nivolumab e Ipilimumab.
L'endpoint primario era il tasso di risposta obiettiva valutato dallo sperimentatore nei pazienti ad alta instabilità dei microsatelliti; l'endpoint secondario era rappresentato dalla revisione radiologica indipendente del tasso di risposta obiettiva nei pazienti con elevata instabilità dei microsatelliti.
Gli endpoint esplorativi comprendevano: sicurezza e tollerabilità, sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale nei pazienti con elevata instabilità dei microsatelliti, così come il tasso di risposta obiettiva valutato dallo sperimentatore nei pazienti con stabilità dei microsatelliti.
L' ORR valutato dallo sperimentatore per i pazienti con alta instabilità dei microsatelliti trattati con Nivolumab 3 mg/kg con almeno 12 settimane di follow up è stato del 25.5% e del 33.3% per la combinazione Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg.
La durata mediana della risposta non è stata raggiunta in entrambi i gruppi.
I tassi di sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi erano 45.9% ( IC 95%: 29.8-60.7 ) per Nivolumab 3 mg/kg e 66.6% ( IC 95%: 45.5-81.1 ) per la combinazione Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg.
Sono stati anche riportati i dati di sopravvivenza: i tassi di sopravvivenza globale a 9 mesi sono stati pari al 75.0% ( IC 95%: 58.5-85.7 ) per Nivolumab 3 mg/kg e 85.1% ( IC 95%: 65.0-94.2 ) per la combinazione Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg.
Al momento dell'analisi, il 67.1% dei pazienti con elevata instabilità dei microsatelliti nel braccio Nivolumab 3 mg/kg e il 60.0% di quelli del braccio di combinazione Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg erano ancora in trattamento.
Nei pazienti con elevata instabilità dei microsatelliti, gli eventi avversi correlati al trattamento di qualsiasi grado si sono verificati nel 58.6% dei pazienti nel gruppo Nivolumab 3 mg/kg e nell’83.3% dei pazienti nel gruppo Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg.
Gli effetti avversi più comuni di qualsiasi grado che si sono verificati con una incidenza maggiore o uguale al 15% dei pazienti con alta instabilità dei microsatelliti sono stati affaticamento ( 18.6% con Nivolumab 3 mg/kg, 20.0% con Ipilimumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg ), diarrea ( 14.3% con Nivolumab 3 mg/kg, 43.3% con Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg ), prurito ( 11.4% con Nivolumab 3 mg/kg, 16.7% con Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg ), nausea ( 7.1% con Nivolumab 3 mg/kg, 20.0% con Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg ), e piressia ( 4.3% con Nivolumab 3 mg/kg, 23.3% con Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg ).
Si sono verificati effetti avversi di grado 3/4 nel 14.3% dei pazienti nel braccio Nivolumab 3 mg/kg e 26.7% dei pazienti del gruppo Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 1 mg/kg.
Un paziente trattato con Nivolumab 3 mg/kg è morto a causa di una reazione avversa di grado 5 correlata al trattamento ( morte improvvisa ).
In pazienti con stabilità dei microsatelliti, gli effetti negativi di qualsiasi grado si sono verificati nell’80% dei pazienti; i più comuni sono stati: diarrea ( 30% ), nausea ( 25% ), piressia ( 25% ), affaticamento ( 20% ), vomito ( 20% ), e prurito (1 0% ). ( Xagena2016 )
Fonte: BMS, 2016
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