Le osse rappresentano la terza localizzazione di metastatizzazione delle cellule tumorali.
Alcune metastasi ossee sono estremamente dolorose, e se non trattate, possono causare fratture.
Le metastasi ossee interessano soprattutto le costole, la pelvi e la colonna vertebrale.
Nella maggior parte dei casi, l’obiettivo del trattamento dei tumori ossei non è curativo, ma palliativo per ridurre il dolore, prevenire l’ulteriore distruzione ossea e prevenire le fratture.
Sono in corso studi per verificare l’efficacia e la sicurezza di 3 tecniche non chirurgiche per ridurre il dolore provocato dal tumore osseo, e migliorare la qualità della vita di questi pazienti.
Crioablazione
La crioablazione è un trattamento localizzato che serve a distruggere il tessuto target mediante congelamento con gas argon.
In questa procedura, il radiologo, mediante la tomografia computerizzata ( CT ) e l’ultrasonografia, guida verso il tumore delle sonde attraverso la pelle.
Il gas argon che circola all’interno delle sonde genera una temperatura molto bassa che porta alla formazione di ghiaccio.
Le palline di ghiaccio che si vengono a costituirsi si fondono per formarne una sola ed uniforme che gela la parte interessata, uccidendo le cellule tumorali.
La crioablazione è stata ampiamente utilizzata per molti anni dai chirurghi, ma la tecnica ha subito modifiche nel corso degli ultimi anni.
Le sonde molto sottili possono essere impiegate anche dal radiologo, attraverso una piccola scalfittura nella pelle, senza l’esigenza di un intervento chirurgico.
Uno studio clinico ha valutato la sicurezza e l’efficacia della crioablazione percutanea per la palliazione delle lesioni ossee metastatiche dolorose.
I risultati in 10 pazienti hanno mostrato che il sollievo dal dolore è significativo ed il trattamento può essere eseguito in condizioni di sicurezza.
Dei 10 pazienti che hanno completato il periodo osservazionale di 24 settimane, l’80% ha presentato una riduzione media del dolore del 74%.
Ablazione con radiofrequenza
Nell’ablazione mediante radiofrequenza, il calore è trasportato direttamente al tumore mediante una sonda inserita nella pelle, ed utilizzando la tomografia computerizzata ( CT ) e l’ultrasonografia come guida.
Dalla punta dell’ago, l’energia a radiofrequenza è trasmessa entro il tessuto target, dove produce calore e uccide le cellule tumorali.
Uno studio ha mostrato che l’ablazione con radiofrequenza è stato in grado di ridurre il dolore nell’arco di una settimana in tutti e 11 i soggetti sottoposti ad ablazione con radiofrequenza.
Il dolore si è ridotto di 2 o più punti sulla scala VAS ( Visual Analogue Pain ) di 10 punti.
Il punteggio alla scala VAS è sceso in media da 6.4 a 0.7.
Nessun paziente ha sperimentato recidiva di dolore locale durante il periodo osservazionale di 5 mesi.
Osteoplastica
L’osteoplastica tratta il dolore osseo mediante iniezione nel tumore di cemento osseo di grado medico in forma liquida.
Il cemento indurendosi ( in 15 minuti ) emette calore ( 70°C ), che cauterizza le terminazioni nervose ed uccide le cellule tumorali.
Inoltre, il cemento introdotto rinforza l’osso indebolito, riducendo l’incidenza di fratture.
La procedura può essere eseguita con l’ausilio della fluoroscopia in ambito ambulatoriale e con il paziente sedato ma cosciente.
Uno studio compiuto su 8 pazienti ha mostrato che l’osteoplastica è un trattamento sicuro ed efficace per il dolore tumorale con interessamento osseo.
Il sollievo è stato pronto e duraturo. Non sono state osservate complicanze. ( Xagena2005 )
Fonte: 30th Annual Scientific Meeting of the Society of Interventional Radiology, 2005
Onco2005