L’inibitore orale della chinasi BRAF Vemurafenib ( Zelboraf ), rispetto a Dacarbazina ( Deticene ), ha mostrato migliori tassi di risposta, di sopravvivenza libera da progressione e di sopravvivenza generale in pazienti con melanoma metastatico con la mutazione BRAF(V600).
Uno studio ha valutato Vemurafenib in pazienti con melanoma metastatico avanzato con mutazioni BRAF V600 che disponevano di poche opzioni di trattamento.
Nello studio in aperto e multicentrico, pazienti con melanoma non-trattato o già trattato in precedenza e una mutazione BRAF(V600) hanno ricevuto trattamento orale con Vemurafenib 960 mg 2 volte al giorno.
L’endpoint primario era la sicurezza.
Tutte le analisi sono state effettuate sulla popolazione di sicurezza, che includeva tutti i pazienti che avevano ricevuto almeno una dose di Vemurafenib.
Sono stati riportati i dati relativi alla terza analisi intermedia dello studio.
Nel periodo 2011-2013, 3226 pazienti sono stati arruolati in 44 Paesi e 3222 pazienti hanno ricevuto almeno una dose di Vemurafenib ( popolazione di sicurezza ).
Al cut-off, 868 ( 27% ) pazienti erano in trattamento e 2354 ( 73% ) avevano sospeso la terapia, soprattutto a causa di progressione della malattia.
Eventi avversi comuni di tutti i gradi includevano rash ( 49% ), artralgia ( 39% ), fatigue ( 34% ), reazioni di fotosensibilità ( 31% ), alopecia ( 26% ) e nausea ( 19% ).
In totale, 1480 ( 46% ) pazienti hanno riportato eventi avversi di grado 3 o 4, incluso carcinoma cutaneo a cellule squamose ( 12% ), rash ( 5% ), anomalie nella funzionalità epatica ( 5% ), artralgia ( 3% ) e fatigue ( 3% ).
Eventi avversi di grado 3 e 4 sono stati riportati più frequentemente in pazienti di età uguale o superiore a 75 anni ( n=257; 152 [ 59% ] e 10 [ 4% ], rispettivamente ) che in quelli con meno di 75 anni ( n=2965; 1286 [ 43% ] e 82 [ 3% ], rispettivamente ).
In conclusione, la sicurezza di Vemurafenib in questa popolazione di pazienti con melanoma metastatico con mutazione BRAF(V600), che è più rappresentativa della pratica clinica di routine, è risultata in linea con il profilo di sicurezza mostrato nei principali studi sul farmaco. ( Xagena2014 )
Larkin J et al, Lancet Oncol 2014; 15: 436-444
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